Business in Russia: ritratto di una piccola impresa russa nel 2020

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Qualche dato sulla vita di una piccola impresa russa nel 2020.

Vediamo insieme la visione di Aleksey Shaskin, direttore della divisione delle Micro e Piccole Imprese della più grande banca russa, “Sberbank”.

Età degli imprenditori

L’età media dei fondatori di piccole imprese in Russia nel 2020 era di 37 anni per le donne e 36 per gli uomini. La transizione verso la “matura vita imprenditoriale” riflette in gran parte la struttura sociale e la concezione che i russi hanno del benessere. La maggior parte delle persone riceve un’istruzione, poi cerca di costruirsi una carriera e, dopo aver accumulato un capitale iniziale e aver “trovato sé stessi”, decide di rendersi indipendente.

Quanti soldi investono gli imprenditori per avviare un piccolo business e quanto guadagnano?

Mediamente l’investimento per l’avvio di una piccola impresa russa è di 300 mila rubli (ca. 3.300 Euro) e per partire si affittano locali e si assumono 2/3 dipendenti.

Nonostante l’elevata variazione del fatturato fra le piccole imprese, nel 2019 esse hanno generato un utile netto medio di circa 20.000 Euro. I dati per il 2020 non sono ancora disponibili, ma gli esperti di Sberbank non prevedono numeri inferiori. Tenendo conto che, secondo Rosstat (Ufficio statistiche statale), lo stipendio mensile medio in Russia nel 2019 era di 530 Euro (a Mosca 1.050 Euro), possedere una propria piccola impresa risulta non solo interessante, ma anche vantaggioso per la maggior parte delle persone.

Secondo l’opinione dell’esperto di Sberbank, il lavoro autonomo è destinato ad essere sempre più popolare in futuro. Cresciuta nell’era degli “stabili anni 2000”, la “Generazione Z” è più avventurosa, coraggiosa e coltiva un maggior interesse per l’imprenditorialità rispetto ai propri genitori o nonni. Inoltre gli ostacoli burocratici in Russia diminuiscono ogni anno: oggi è possibile crearsi un lavoro autonomo e avviare la propria attività persino mentre si è ancora studenti, in pochi clic.

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L’impatto del COVID 19

Naturalmente la pandemia di coronavirus ha colpito non solo le imprese esistenti, ma anche chi pianificava l’apertura di nuove società.
Ad esempio in pieno lockdown (mesi di aprile e maggio 2020) il numero di nuove registrazioni di imprese (rispettivamente 30mila e 38mila), è diminuito di 2,5-3 volte rispetto agli stessi mesi del 2019 (106mila e 125mila) e del 2018 (114mila e 98mila).
Da luglio 2020 la tendenza ha cominciato a risalire e fino a ottobre non si è discostata in modo così drastico dai valori degli anni passati.

Le piccole imprese, di regola, continuano per tutta la loro vita a operare nella loro categoria, mantenendo personale assunto e redditività su numeri stabili. Solo l’1-2% delle aziende si eleva al segmento delle medie imprese aumentando il numero di dipendenti e la redditività.

Quasi un terzo delle piccole imprese nate nel 2020 nella Federazione Russa operano nel settore della vendita al dettaglio.

Tradizionalmente il commercio rappresenta la parte maggiore del PIL russo e il quadro delle piccole imprese segue questa tendenza. Il commercio al dettaglio come attività principale è stato dichiarato da quasi il 30% delle imprese aperte nel 2020. Il motivo è che la soglia per entrare in questa attività è relativamente bassa, non ci sono elevati requisiti di esperienza per i fondatori e, dal punto di vista economico, il commercio rimane un motore di sviluppo per il business nelle grandi città. Le restanti industrie leader per numero di nuove registrazioni sono: produzione (10,6% delle persone giuridiche), servizi (9,7%), trasporti e organizzazione dei trasporti (9,6%).

Business nelle Regioni della Russia

Se escludiamo dall’elenco le regioni più ricche e densamente popolate (Mosca, 82 mila nuove piccole imprese; San Pietroburgo, 37 mila; regione di Mosca 45 mila), i leader in Russia per numero di piccole imprese registrate da gennaio a ottobre 2020 sono il territorio di Krasnodar (34mila), la regione di Sverdlovsk (20,4mila), la Repubblica del Tatarstan (19,9mila), la regione di Rostov (18mila) e la Repubblica di Bashkortostan (17,4mila).
L’attiva imprenditorialità di queste regioni è dovuta principalmente al fatto che si tratta di zone densamente popolate, con un’elevata quota di produzione agricola e di imprese per la lavorazione dei relativi prodotti, in particolare nella regione di Rostov e nel territorio di Krasnodar.

Aspettativa di vita delle piccole imprese

Fino al 2018 una frase frequente era “la piccola impresa russa campa tre anni”. In effetti l’età media delle imprese chiuse era di 3 anni e 9 mesi. Negli ultimi due anni questo valore è cresciuto in modo significativo: nel 2020 l’età media delle piccole imprese liquidate era salita a 5 anni.
Ci sono anche altri numeri incoraggianti. Ad esempio in Russia il 70% dei nuovi imprenditori resta in attività anche in seguito. Questa percentuale include sia coloro che hanno aperto la loro prima attività e hanno continuato mantenerla attiva, sia chi ha chiuso l’attività entro i suoi primi 12 mesi di vita ma poi ne ha aperta una nuova. Basti pensare che il 12% dei fondatori di società che hanno cessato l’attività nel 2019 ha attualmente una nuova attività.

Fonte: rbc.ru Foto: freepik.com

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