14° Pacchetto di sanzioni contro la Russia: le principali leve di pressione

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14° pacchetto di sanzioni contro la Russia

Bruxelles ha adottato il 14° pacchetto di sanzioni contro la Russia il 19 giugno

Non è ancora disponibile un documento ufficiale, ma leggendo EUobserver possiamo capire a grandi linee di cosa si tratta.

Sanzioni contro la Russia: effetti sull’export

Secondo i calcoli finlandesi contenuti in una recente nota visionata da EUobserver, i primi 13 round di sanzioni dell’UE hanno vietato il 49% delle esportazioni prebelliche verso la Russia e il 58% delle importazioni in Europa.

Ma secondo la Commissione europea, nel 2023 restano comunque 89 miliardi di euro di scambi commerciali in settori quali energia, metalli, macchinari, attrezzature e prodotti chimici, oltre a 17 miliardi di euro all’anno di servizi. E questo senza contare il mercato grigio creato dalle sanzioni.

In cosa consisterà il 14° pacchetto di sanzioni contro la Russia:

  • Bloccherà circa 3 miliardi di euro di attività legate al trasbordo dell’UE di gas naturale liquido (GNL) russo verso l’Asia.
  • Mirerà a danneggiare l’esportazione di elio russo da 1 miliardo di euro all’anno.
  • Colpirà le compagnie petrolifere che aiutano la Russia ad aggirare l’embargo petrolifero parziale dell’UE (sul petrolio venduto al di sopra di un prezzo prestabilito), in una mossa più difficile da quantificare.
  • Nella lista saranno inseriti altri 69 individui russi e 47 entità, più che raddoppiando le proposte iniziali di maggio, che comprendevano 20 individui e 22 entità.
  • Alle aziende dell’UE sarà vietato di collaborare con la rete di trasferimenti bancari SPFS della Russia o con banche straniere che finanziano la guerra della Russia.
  • Saranno aggiunte aziende cinesi e indiane alla red-flag list di coloro che eludono le sanzioni.
  • Sarà proibito il commercio di opere d’arte confiscate in Ucraina durante il conflitto.

Il 14° pacchetto di sanzioni entrerà in vigore dopo che i ministri l’avranno approvato a Bruxelles, probabilmente la prossima settimana, prima del vertice UE.

Sanzioni parallele contro la Bielorussia

La decisione sulla Russia di mercoledì non includeva sanzioni speculari sulla Bielorussia, come inizialmente previsto.

Le sanzioni alla Bielorussia sono progettate per fermare le soluzioni alternative all’embargo russo, ma Germania e Francia hanno richiesto più tempo per discutere i divieti sulle esportazioni dell’UE di beni di lusso in Bielorussia, mentre la Lituania ha messo in dubbio le esenzioni legate alla sicurezza alimentare.

Al momento non è chiaro se le misure bielorusse saranno adottate in tempo per il vertice UE.

I soliti paradossi delle sanzioni e le lobby degli interessi

Come sempre le sanzioni non sono così “altruiste” e categoriche come sembrano.

Le restrizioni sul GNL lasceranno comunque libere UE e Russia di continuare il commercio di gas liquido per 5 miliardi di euro all’anno.

Le nuove sanzioni non includono alcuna misura contro l’attività di esportazione di energia nucleare della Russia (13 miliardi di euro all’anno).

La Commissione europea non ha accolto le proposte lituane di bloccare i 500 milioni di euro all’anno nel restante commercio di beni di lusso con la Russia.

La posizione della Germania nelle sanzioni

Tra varie esclusioni è noto che il 14° pacchetto di sanzioni non ha incluso il divieto contrattuale di riesportazione in Russia di tecnologie proibite da parte di filiali di aziende dell’UE, dopo che la Germania ha detto “no” per proteggere la sua industria.

La cautela della Germania sulle riesportazioni russe deriva dal contesto di continui investimenti in Russia da parte del suo settore privato.

Secondo un progetto di monitoraggio dell’Università di Yale negli Stati Uniti ci sono 63 aziende tedesche ancora attive in Russia, un elenco che comprende il colosso dell’ingegneria Siemens, l’azienda chimica Bayer e il produttore di caramelle Storck.

Due dei maggiori istituti di credito tedeschi, Commerzbank e Deutsche Bank, sono attivi anche in Russia.

Nel frattempo, i dati doganali indicano che 28 auto di lusso Maybach prodotte dalle aziende tedesche Mercedes-Benz (per un valore di circa 6 milioni di euro in totale) sono entrate in Bielorussia lo scorso anno, molto probabilmente in viaggio verso la Russia, secondo il Financial Times .

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